Politica economica e fiscale
La Direttiva Bolkestein e i Titolari delle Concessioni Balneari: Una Saga Tutta Italiana
cepAdhoc
Allo stesso tempo, il governo nazionale sta lottando invano per raggiungere un accordo con la Commissione europea e impedire la piena applicazione delle leggi comunitarie, in particolare della Direttiva sui Servizi, che sottolinea la necessità di una concorrenza aperta nel mercato dei servizi, anche nel settore balneare.
In questo contesto, la Commissione ha già avviato due procedure di infrazione contro l'Italia dal 2009. Tuttavia, diversi governi italiani hanno ripetutamente cercato di aggirare le riforme favorevoli alla concorrenza, aumentando addirittura il numero di concessioni. Ad oggi, in Italia sono state assegnate 12.166 concessioni balneari, ciascuna con un fatturato medio annuo di 260.000 euro.
Inoltre, in alcune zone del Paese le organizzazioni mafiose gestiscono addirittura questo business e utilizzano gli introiti per riciclare denaro. “Il loro interesse si basa sui profitti estremamente lucrosi che si possono ottenere grazie al basso costo delle licenze statali e all'opportunità di riciclare denaro nero”, spiega l'economista del cep Eleonora Poli, che ha lavorato allo studio insieme a Costanza Galletto.
“L'attuale quadro giuridico poco chiaro potrebbe portare a una rivoluzione sulle coste italiane”, afferma Eleonora Poli. Poiché devono essere applicate le leggi dell'UE, le concessioni balneari in Italia sono state dichiarate scadute da sentenze dei tribunali italiani. Nonostante ciò, i titolari delle concessioni continuano a svolgere la loro attività come sempre. Tuttavia, alla luce delle sentenze dei tribunali, un numero sempre maggiore di organizzazioni della società civile, di politici e anche di semplici cittadini sta iniziando ad avere accesso a queste spiagge e si rifiuta di pagarne i canoni.
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The Bolkestein Directive and Beach Concessions’ Holders: An Endless Italian Summer Saga (pubblicizzato 22.07.2024) | 336 KB | Download | |
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