Mercati finanziari
Direttiva sulle quotazioni azionarie: azioni a voto plurimo (cepAnalisi COM(2022) 761)
cepAnalisi
"Da un punto di vista normativo, la proposta di Bruxelles è in gran parte inoppugnabile e rappresenta una leva importante per evitare che l'UE rimanga indietro nella competizione per le aziende innovative e in rapida crescita", afferma l'esperto finanziario del CEP, Philipp Eckhardt, che ha analizzato la proposta di direttiva della Commissione (Listing Act). Le misure di protezione che prevedono la scadenza delle azioni a voto plurimo in caso di morte, incapacità o ritiro del titolare di tali azioni sono comprensibili, gli obblighi di trasparenza sono appropriati e un prerequisito necessario per il successo, in quanto contribuiscono a mantenere la fiducia degli investitori.
Tuttavia, Eckhardt valuta poco positivamente le previste salvaguardie per limitare il peso del voto, ritenendole per lo più superflue. "Il mercato può agire in modo indipendente. I legislatori non dovrebbero stabilire periodi di tempo fissi per la scadenza delle strutture azionarie a voto plurimo. Non è infatti realistico che possano stabilire periodi di tempo 'corretti' e 'appropriati' per tutte le tipologie di società", sottolinea l'esperto del CEP. Inoltre, le strutture azionarie a voto plurimo non dovrebbero essere possibili solo sui mercati in crescita per le piccole e medie imprese (PMI), ma anche sui mercati regolamentati e sulle sedi di negoziazione multilaterali simili alle borse.
In diversi Paesi UE, al momento, le azioni a voto plurimo risultano ancora vietate.
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Direttiva sulle quotazioni azionarie: azioni a voto plurimo (cepAnalisi COM(2022) 761) versione breve (pubblicizzato 23.05.2023) | 569 KB | Download | |
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