Consumatori e salute
Può una riforma dei sistemi di datazione degli alimenti ridurre gli sprechi alimentari? (cepInput)
cepInput
La rete di think tank “Centres for European Policy Network (CEP)” ha esaminato queste proposte in un proprio cepInput. La conclusione principale alla quale è giunto: "Sosteniamo che entrambe le indicazioni siano da prevedersi sulla confezione", dice il giurista del CEP di Friburgo, Patrick Stockebrandt, che ha scritto lo studio con la sua collega, Nathalja Nolen.
La Commissione ha finora offerto tre opzioni: abolire il tempo minimo di conservazione per alcuni prodotti, eliminarlo del tutto o migliorare l'etichettatura. Il che potrebbe anche includere l'esposizione di entrambe le datazioni sugli alimenti per una questione di trasparenza.
"Non crediamo che la data indicante il tempo minimo di garanzia qualitativa per la conservazione debba essere eliminato del tutto. Al contrario: noi sosteniamo l'obbligatorietà di entrambe le indicazioni, che sono state in uso fino ad ora. Questo è il modo migliore per evitare malintesi e che il cibo venga buttato via troppo presto", sottolinea Stockebrandt.
In questo modo, nonostante le diverse abitudini e sensibilità e gradi di consapevolezza attualmente riscontrati negli Stati membri, i consumatori potrebbero riconoscere chiaramente fino a quale termine un alimento può essere consumato in modo sicuro ed agire di conseguenza in modo sostenibile.
Tuttavia il CEP sostiene anche che sarebbe necessaria migliorare la disponibilità di dati sui rifiuti alimentari in tutta l'UE, prima di una qualsiasi riforma. Chiede anche che: "Qualsiasi riflessione sulla riforma dovrebbe essere completata dallo scambio delle migliori pratiche sulle campagne d'informazione rispetto alle etichette, promosse a livello dell'UE".
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Può una riforma dei sistemi di datazione degli alimenti ridurre gli sprechi alimentari? (cepInput) (pubblicizzato 19.10.2021) | 1 MB | Download | |
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