Trattati e istituzioni dell'UE
L’Unione europea tra sovranità e ricattabilità (cepInput)
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"È discutibile se un'espulsione dall'UE sia giuridicamente fattibile", afferma il giurista del CEP, Lukas Harta, che ha sottoposto i possibili scenari ad una verifica oggettiva, insieme agli esperti del CEP, Matthias Kullas, Patrick Stockebrandt, Henning Vöpel e André Wolf. Secondo l’analisi, l'esclusione sarebbe possibile in casi estremi sulla base del diritto internazionale consuetudinario secondo l'art. 60 della Convenzione di Vienna sul diritto internazionale dei trattati. "Presupposto: uno Stato membro si allontana dalla democrazia o viola in modo persistente il diritto dell'UE", spiega Harta. Prima di ciò, dovrebbero però essere esauriti tutti i mezzi a disposizione, compresa la procedura di cui all'art. 7 del TUE. "Poiché la Polonia e l'Ungheria si proteggono a vicenda e impediscono la conclusione dei procedimenti contro di loro, però questo passo è al momento impraticabile", afferma Harta.
Gli esperti del CEP mettono quindi unanimemente in guardia da un simile passo, però pure da una “simil- esclusione” degli Stati membri "problematici" attraverso la creazione di una "UE 2.0". "Tutti gli accordi dell'UE, compresi quelli di libero scambio, dovrebbero essere rinegoziati, perché l'UE 2.0 non sarebbe il successore legale automatico dell'UE. Realisticamente, anche questo passo non è quindi fattibile", afferma Matthias Kullas, economista del CEP.
Il Direttore generale del CEP, Henning Vöpel, vede quindi attualmente un difficile equilibrio per l'UE, ma allo stesso tempo dubita anche nell’efficacia di azioni affrettate: "Sforzarsi di trovare posizioni comuni garantisce comunque la coesione politica dell'UE. Tuttavia, esiste un limite naturale, ossia quando le procedure istituzionali entrano in conflitto con la necessaria sovranità politica per risolvere sfide decisive".
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L’Unione europea tra sovranità e ricattabilità (cepInput) (pubblicizzato 18.07.2023) | 1 MB | Download | |
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