Clean Industrial Deal
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Clima

Clean Industrial Deal

Dr. Götz Reichert, LL.M.
Dr. Götz Reichert, LL.M.
Dr. André Wolf
Dr. André Wolf

Forte concorrenza globale, regolamentazioni restrittive e alti costi energetici: per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 nonostante condizioni sempre più difficili, l’UE deve creare condizioni di concorrenza più eque per l’industria europea. Il Centres for European Policy Network ha valutato le misure annunciate dalla Commissione UE nella sua comunicazione sul Clean Industrial Deal.

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L’idea dell’UE di promuovere la crescita verde attraverso la spinta alla decarbonizzazione rischia di scontrarsi con la realtà: i costi energetici elevati, la scarsa capacità produttiva interna per le tecnologie verdi e la dura concorrenza globale richiedono un ribilanciamento. La Commissione UE ha quindi delineato nella sua comunicazione un pacchetto di misure completo per rafforzare la competitività dell’industria nel percorso verso la neutralità climatica.

Particolarmente critica è la posizione degli autori Andre Wolf e Götz Reichert sull’introduzione di criteri di "Local Content" (contenuto minimo di produzione UE) negli appalti pubblici: “È la strada sbagliata per rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento industriali. L’UE dovrebbe piuttosto puntare sullo sviluppo di nuovi canali di fornitura internazionali con paesi partner affini”, sottolinea l’economista del cep Wolf. Nuove etichette CO2 e “mercati guida” verdi potrebbero invece effettivamente favorire lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione, migliorare l’efficienza economica della transizione e ridurre i costi di annullamento delle emissioni. Tuttavia esse rischiano anche di rendere la politica climatica europea ancora più complessa. Le imprese dovrebbero infatti prepararsi ad ulteriori obblighi informativi. L’UE dovrebbe quindi impegnarsi anche a rendere il più semplice possibile la documentazione relativa all’impronta di carbonio.

Gli autori vedono, con particolare favore, due misure specifiche, che potrebbero avere un effetto incentivante immediato sulla riduzione dei costi energetici: i contratti di acquisto di energia elettrica ossia i cosiddetti Power Purchase Agreements (PPA) che riducono i rischi di mercato sia per i produttori che per i consumatori. E poi “L’armonizzazione delle imposte sull’energia elettrica a livello nazionale sui dei minimi previsti dal diritto europeo contribuirebbe pure a creare condizioni di concorrenza paritarie nel mercato interno, in particolare nei mercati dei prodotti ad alta intensità energetica”, afferma l’esperto di energia del cep, Reichert.

Oltretutto, la strategia rimane nel complesso ancora troppo vaga sul piano del proprio finanziamento. Ciò vale soprattutto per il finanziamento a lungo termine degli strumenti di sostegno previsti, che dovrebbe avvenire con risorse proprie dell’UE.

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Clean Industrial Deal (pubblicizzato 15.04.2025) PDF 754 KB Download
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