Ambiente
Imballaggi e rifiuti di imballaggio (cepAnalisi)
cepAnalisi
"Date le dimensioni del mercato interno, le aziende sarebbero teoricamente in grado di ridurre i costi ed aprire nuovi mercati. Tuttavia, ad oggi, ci sono ancora troppe normative nazionali distinte che ostacolano il processo", afferma l'esperta ambientale del CEP Svenja Schwind, che ha analizzato la bozza della Commissione insieme all'esperto giuridico del CEP Götz Reichert.
Le nuove regole uniformi previsti dall'UE per la progettazione degli imballaggi e l'etichettatura faciliteranno la circolazione transfrontaliera delle merci. "Ma finché gli Stati membri potranno continuare a stabilire requisiti aggiuntivi per gli imballaggi, c'è il rischio che il mercato interno dell'UE rimanga frammentato e di conseguenza non sia in grado di sviluppare appieno il suo potenziale per l'emergere di un'economia circolare a livello europeo, a scapito dell'economia e dell'ambiente", sottolinea la Schwind.
Infine, Schwind e Reichert mettono in guardia dall'eccessiva burocrazia. Ad esempio, i requisiti di documentazione del divieto sugli imballaggi "non necessari" creerebbero un enorme onere amministrativo e costi per le aziende, così come l'obbligo per i produttori di imballaggi di nominare un rappresentante che si assuma la "responsabilità estesa del produttore" per ogni Stato membro in cui immettono per la prima volta gli imballaggi sul mercato. Ciò potrebbe di fatto rendere più complicato l'accesso al mercato interno dell'UE per le piccole e medie imprese (PMI).
L’analisi mette anche in evidenza alcune criticità della proposta che impatterebbero, in particolare, su alcuni Stati membri, quali l’Italia.